Tutti noi abbiamo sperimentato l’ansia nel corso della nostra vita. Si tratta di uno stato di attivazione del nostro organismo utile a fronteggiare una situazione che viene percepita come pericolosa, facendoci provare delle sensazioni somatiche spiacevoli come tachicardia, sudorazione, agitazione e senso di apprensione.
In questo senso l’ansia non può essere considerata solo un disturbo, ma una risorsa che ci consente di attivarci nelle situazioni che lo richiedono (come affrontare un esame, un impegno di lavoro, ecc.) e migliorare le nostre prestazioni.
Quindi l'ansia rappresenta una reazione naturale e fisiologica che siamo “programmati” a provare in situazioni di potenziale pericolo.
Quando il cervello si accorge del pericolo, avvengono nel corpo automaticamente numerosi cambiamenti:
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Queste reazioni, conosciute come risposta di attacco o fuga, servono per affrontare il pericolo. La risposta di attacco o fuga era utile quando, in passato, dovevamo combattere contro gravi e imminenti pericoli fisici come quelli rappresentati da animali predatori.
Le modificazioni fisiologiche suddette producono, oltre che un’emozione di apprensione e spavento, le seguenti manifestazioni o sintomi fisici dell’ansia:
· Tremori
· Irrequietezza, agitazione
· Tensione muscolare
· Sudorazione
· Fiato corto
· Batticuore
· Mani fredde
· Accelerazione del respiro
· Bocca secca
· Nausea
· Sensazione di nodo allo stomaco
Non dobbiamo meravigliarci, pertanto, se quando siamo minacciati ci manca il respiro, il cuore batte forte, ci tremano gli arti, ecc.: si tratta di reazioni che ci sarebbero utili se dovessimo scappare o combattere un grave pericolo fisico.
Vi è poi una manifestazione della risposta di attacco o fuga che può essere utile anche oggi: è l’aumento dello stato di vigilanza mentale, che ci può aiutare a fare meglio le attività più impegnative.
Non si dà il meglio di sé se si è completamente rilassati quando si affronta un esame, un compito difficile o si compete a livello sportivo. Quando, però, si diventa troppo ansiosi, la capacità di risolvere i problemi diminuisce, perché l’ansia riduce la capacità di pensare chiaramente e di agire in modo ragionevole e può rendere incapaci di fare anche le cose che si sanno fare bene.
Idealmente, per raggiungere il massimo dell’efficienza, si dovrebbe essere calmi in situazioni normali e un po’ ansiosi, tesi e vigili (ma non troppo!) in situazioni difficili.
Quando però questa attivazione diventa eccessiva, ingiustificata o sproporzionata rispetto alle situazioni, allora ci troviamo di fronte a un disturbo d’ansia, caratterizzato da:
- intensità eccessiva rispetto alla situazione;
- frequenza eccessiva (mi sento in ansia spesso durante la giornata o per più giorni);
- ricorrenza di fronte a determinati stimoli che per altri non rappresentano fonte di disagio
L’ansia, quindi, può diventare cronica e causare i seguenti disturbi:
- Sentirsi inquieti, tesi, con i nervi a fior di pelle
- Stancarsi facilmente
- Avere difficoltà a concentrarsi o avere l’impressione di mente vuota
- Essere irritabili
- Avere i muscoli tesi
- Fare fatica a rilassarsi
- Avere difficoltà ad addormentarsi o risvegliarsi continuamente
- Avere l’impressione di non farcela più o di non riuscire a far fronte alla situazione
- Sentirsi demoralizzati e anche depressi
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