Partiamo da una breve premessa: la relazione terapeutica prevede che paziente e terapeuta lavorino insieme, in un clima di reciproca fiducia, per raggiungere obiettivi condivisi.
Il terapeuta, quindi, può essere visto come una persona empatica, onesta, con specifiche competenze tecniche con cui il paziente può intraprendere una collaborazione autentica.
All’interno di questa relazione, il terapeuta mette le proprie conoscenze e le proprie competenze tecniche a disposizione del suo paziente, affinché questi possa meglio riuscire a progettare e attuare quei cambiamenti emotivi, cognitivi e comportamentali che desidera introdurre nella gestione della propria vita.
La relazione terapeutica, quindi, può essere concepita come uno sforzo congiunto, ovvero, lavorare insieme per la risoluzione dei problemi.
La relazione che si instaura tra paziente e terapeuta segue solitamente un andamento caratteristico: il periodo iniziale della terapia è centrato sulla costruzione di un rapporto significativo basato sulla fiducia reciproca o alleanza terapeutica. La capacità del terapeuta di saper ascoltare e accogliere i messaggi verbali e non verbali che il paziente gli invia, l’adeguatezza dei suoi interventi all’interno dell’interazione creano una dimensione emotivo-affettiva della relazione. È attraverso la sintonia delle interazioni che il paziente, fin dalle prime sedute, può arrivare a costruire un rapporto di fiducia e comprensione con il terapeuta.
Successivamente, mentre la terapia progredisce, l’attenzione si sposta sugli aspetti tecnici del processo di trattamento.
L’affidabilità del terapeuta si definisce in funzione di una serie di fattori:
- Competenza e abilità tecnica nel fornire strumenti che aiutino il paziente a gestire gli aspetti problematici della sua vita;
- Neutralità rispetto alle scelte e ai pensieri del paziente che deve riuscire a percepirlo come emotivamente coinvolto, non giudicante, ma in grado di spiegare e comprendere i processi che sono in atto;
- Certezza che riesce a infondere nel paziente sulla stabilità della sua presenza e sulla solidità del sostegno emotivo che è in grado di offrirgli per affrontare i passaggi più difficili del processo di cambiamento.
Nella fase finale il terapeuta guida il paziente verso l’autonomia e l’indipendenza, diminuendo gradualmente la forza del legame terapeutico.
Il terapeuta si impegna, inoltre, a costruire e a mantenere una relazione positiva incoraggiando e guidando il paziente, dimostrandogli disponibilità, sensibilità e rispetto, evitando di assumersi le responsabilità del paziente e di coinvolgersi eccessivamente nelle dinamiche emotive. Si propone pertanto come risorsa umana in grado si stimolare il cambiamento, anche a livello interpersonale.
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