Molte persone sono convinte che gli eventi provochino direttamente le emozioni, come nella tabella seguente, in cui si passa direttamente da A a C.
A SITUAZIONE ATTIVANTE O EVENTO ATTIVANTE Ad esempio: ricevere una critica. |
C CONSEGUENZE (EMOZIONI E COMPORTAMENTI) Provare ansia, agitazione
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In realtà, tra A e C intervengono invece dei pensieri (quello che ti dici).
La vera sequenza è quindi:
A SITUAZIONE ATTIVANTE O EVENTO ATTIVANTE Ad esempio: ricevere una critica.
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B PENSIERI E CONVINZIONI “Sbaglio sempre, gli altri sono meglio di me”
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C CONSEGUENZE (EMOZIONI E COMPORTAMENTI) Provare ansia, agitazione
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Persone diverse possono avere pensieri differenti di fronte allo stesso evento e, di conseguenza, reagire in modo diverso.
Considera il seguente esempio: tre persone in un supermercato si mettono in fila in cassa, ma la cassiera li avvisa che sta chiudendo e devono cambiare cassa.
A questo punto: la prima persona si innervosisce e si arrabbia, la seconda diventa ansiosa e apprensiva, la terza alza le spalle e non batte ciglio.
Lo stesso evento ha prodotto tre reazioni diverse, perciò non può essere direttamente l’evento ad averle prodotte. Le diverse reazioni sono dovute al modo in cui le tre persone hanno interpretato l’evento.
La prima persona ha probabilmente pensato: “La cassiera poteva anche aspettare! Adesso per colpa sua arriverò tardi a un appuntamento importante!”
La seconda persona ha probabilmente pensato: “Arriverò tardi… non riuscirò a preparare la cena per tempo… mi andrà tutto storto”.
La terza persona ha probabilmente pensato: “Pazienza! Non ci posso fare nulla”.
Il pensiero influisce sulle nostre emozioni, quindi quando ci troviamo a provare un certo stato d’animo, possiamo star certi che alla base c’è un pensiero in relazione a esso. Quindi è importante cominciare a prestare attenzione ai nostri pensieri prima di passare all’azione.
Proviamo a fare un esercizio.
Pensiamo al seguente esempio: incontrate per strada una persona che conoscete. La salutate, ma lei continua a camminare senza rispondere al saluto.
Cosa avete pensato? Come vi siete sentiti?
Alcuni potrebbero aver pensato che la persona non vi ha visto, altri che l’ha fatto apposta a non salutarvi, altri ancora che non vi ha salutato perché pensa che le avete fatto qualche torto. Oppure avete pensato che la persona in questione è maleducata.
E’ anche possibile che a seguito di questi pensieri abbiate sentito delle emozioni fastidiose, simili alla rabbia o al risentimento, oppure la sensazione di non meritare tale atteggiamento sgarbato.
Qualsiasi cosa abbiate pensato è un prodotto della vostra mente!
Non sappiamo le reali motivazioni del mancato saluto, quindi ciò che abbiamo ipotizzato è solo nella nostra testa.
Le nostre interpretazioni della realtà, quello che diciamo mentalmente a noi stessi, ovvero, i nostri pensieri, sono influenzati dalle nostre esperienze precedenti, dalla nostra personalità, dall’opinione che abbiamo di noi stessi e dalle nostre aspettative.
Siamo tutti predisposti, in determinate circostanze, a pensare in modo negativo, ma è utile imparare a riconoscere quando il proprio pensiero è disfunzionale, distorto, come primo passo verso un pensiero più equilibrato e realistico e che ci consenta di avere maggior serenità e un umore più stabile.