Alcune persone, ad esempio, possono pensare che gli altri debbano capire “al volo” perché stiamo male, quasi senza il bisogno di esprimere veramente quello che ci passa per la mente in un determinato momento. Questo è un errore logico, in quanto, nessuno di noi è dotato di lettura del pensiero e quindi dobbiamo essere in grado di poter esprimere all’altro ciò che pensiamo e ciò che proviamo in modo chiaro.
Altre persone, invece, nel comunicare con gli alti tendono a fare troppi giri di parole, senza riuscire a mettere bene a fuoco ciò che si desidera esprimere, con il risultato di non comunicare in modo efficace.
Altri ancora, pensano che comunicando i propri pensieri all’altro possano perdere la loro stima e il loro l’affetto.
Per esprimere al meglio ciò che pensiamo possiamo innanzitutto seguire alcune strategie generali:
1)Scegliere il momento adatto per poter parlare all’altro;
2)Non accusare e non offendere;
3)Non limitarci a dire ciò su cui non siamo d’accordo, ma fare delle controproposte;
4)Essere sinceri.
Tra le situazioni in cui abbiamo maggiori difficoltà a esprimere le nostre opinioni con chiarezza vi è quella in cui, gli altri, in modo consapevole o meno, suscitano in noi sentimenti spiacevoli legati ai loro comportamenti o affermazioni.
Pensiamo, ad esempio, al partner che con il suo comportamento ci ferisce, oppure all’amica che, senza volere, fa un commento spiacevole su un nostro punto debole o al collega che assume un atteggiamento scorretto a nostro discapito.
È proprio in questi casi che diventa importante riuscire a dire ciò che pensiamo per chiarire il nostro punto di vista, aprire il dialogo e favorire così un confronto costruttivo con l’altro. Il tutto senza subire e senza aggredire l’altro.
Come fare allora a comunicare in questa situazione complessa e portare avanti una comunicazione assertiva?
Con il Messaggio Io è possibile comunicare proprio quando la persona si trova in difficoltà emotiva a causa del comportamento dell’altro. Questa strategia consiste nell’esprimere i nostri sentimenti relativi a ciò che ci ha creato disagio. Non viene espresso nessun giudizio sulla persona che compie l’azione, ma la si informa degli effetti del suo atto e dei sentimenti (o reazioni) che esso provoca negli altri. In sintesi: non “tu sei”, ma “io sento”.
Al contrario, il Messaggio Tu (“E’ colpa tua”; “Sei egoista”; “Non mi ascolti”; “Non cambierai mai”…) porta inevitabilmente a offendere, sminuire o far arrabbiare gli altri, con la conseguenza di chiudere la comunicazione e favorire atteggiamenti difensivi.
Con questa modalità il nostro fastidio si somma al fastidio dell’altro e non si raggiunge un’intesa.
Con il Messaggio Io, invece, non colpevolizzando l’altro come persona, abbiamo più chance di far ascoltare i nostri bisogni e le nostre opinioni e di far riflettere l’altro sulle conseguenze delle proprie azioni.
La strategia del Messaggio Io è composta da 3 momenti:
1)Descrizione del comportamento che crea il problema, senza esprimere un giudizio;
2)Descrizione dell’effetto concreto che il problema ha su chi parla (emozioni);
3)Descrizione delle conseguenze soggettive.
Vediamo alcuni esempi:
-Quando hai fatto quel commento (descrizione) mi sono sentit* … (descrivere l’emozione) perché… (conseguenze);
-Alcune volte non mi sento ascoltat* quando ti parlo (descrizione del comportamento) e questo mi fa dispiacere (effetto concreto/espressione dell’emozione) perché mi piacerebbe avere un confronto con te su questo aspetto (conseguenze).
-Quando siamo in riunione a volte ti capita di interrompermi (descrizione) e questo mi rende nervos* (sentimento) perché perdo il filo del discorso su aspetti importanti che riguardano il nostro lavoro (conseguenze).
Non è però sempre necessario spiegare il nostro punto di vista, a volte, a seconda della situazione, è possibile anche scegliere di tacere.
Ognuno ha il diritto di esprimere i propri sentimenti in modo chiaro e diretto, ma allo stesso modo ha il diritto di preservare sentimenti e informazioni che non vuole condividere. L’importante è che sia una scelta assertiva.
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