Il comunicato afferma che l’omosessualità non è una malattia da curare, né un orientamento sessuale da modificare: affermare il contrario è un’informazione scientificamente priva di fondamento e foriera di un pericoloso sostegno al pregiudizio sociale.
È, inoltre, ampiamente dimostrato che i tentativi di cambiare o reprimere il proprio orientamento sessuale non solo falliscono, ma risultano essere dannosi per chi vi si sottopone.
L’omosessualità, citando l’Organizzazione Mondiale della Sanità, è una “variante naturale del comportamento umano”, lo psicologo, quindi, non può esercitare alcuna “terapia riparativa”, ma può lavorare insieme al proprio paziente per affrontare eventuali disagi legati al proprio orientamento sessuale per favorire la piena accettazione di se stessi.
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